24 gennaio 2014

Il Doggyfriend




Ieri, dopo una lunga giornata di studio, mia madre mi ha praticamente buttato fuori di casa, dicendo che l'aria chiusa e malsana che respiravo mi faceva aumentare i brufoli e soprattutto, che se non mi fossi decisa a muovere il sedere (testuali parole) mi sarebbe cresciuto a dismisura e sarebbe stato simile ad un deretano elefantino, quindi, un po' per i sensi di colpa, un po' per paura che le profezie di mia madre si avverassero, mi sono messa addosso un paio di jeans comodi, un golf nero, proprio per non esulare troppo dal mio umore depresso, e sono uscita con lei.
Abbiamo fatto un giro per i quattro negozi (quattro in croce proprio) che ci sono nella mia città, senza sbirciare con l'intento di comprare ma piuttosto parlando di quello che non c'eravamo dette in quest'ultima settimana ( ho solo trovato un paio di scarpe con il tacco che magari vedrete in un prossimo post, ma questa è un'altra storia).
Guardando con fare piuttosto critico una vetrina di un negozio di abbigliamento, veniamo investite dal ciarlare, quasi urlante e chiaramente petulante di una tizia, che avrà avuto giusto cinque o sei anni più di me (quindi 25-26), e ci giriamo entrambe.
La ragazza in questione sembra appena uscita da un film, capelli lunghissimi e biondissimi (probabilmente, penso malvagiamente io, extension), unghie affilate laccate di rosso, trucco piuttosto evidente ma non eccessivamente volgare, anche se un make up del genere, io, per quel che mi riguarda, non me lo faccio nemmeno il sabato sera (forse anche perché sono parecchio impedita ad usare ombretti e trucchi vari), e borsetta di una prestigiosa maison parisienne al braccio, con tanto di manina morta o cadente abbinata.
Mia madre mi guarda e io faccio lo stesso e, senza dire una parola, ci scappa un risolino, ed è proprio in quel momento che ci accorgiamo dell'esemplare adulto di homo saccis, (che  in merito alla mia autorevole formazione classica posso dirvi con certezza che si tratta di un tipo di uomo già presente in antichità romana e in italiano corrente porta il nome di uomo-borse) che la segue a ruota, con appunto tra le mani i suoi almeno cinque pacchetti e pacchettoni, sorbendosi le paranoie della sua donna spendacciona.
Poi la tipa bionda ci passa accanto, si ferma davanti a noi, (e il suo ragazzo fa lo stesso dietro di lei), fissa per un attimo la borsa di mia madre, e con un gran sorriso di ammirazione la saluta.
Mia madre fa lo stesso e poi mi tira una gomitata e io rido.
Rimaniamo incantate a guardare Barbie e bobby (non so esattamente come si chiami il cane di Barbie) che si allontanano, al ritmo del passo di lei e poi scoppiamo a ridere e allora mia madre mi guarda un attimo e, ridendo, con un tono davvero mooooolto ironico, mi dice "Tutto tuo padre" e io mi immagino mio padre che tiene le borse dello shopping a mia madre e me lo immagino proprio, perché in trent'anni che si conoscono e in venti che io sono su questo pianeta non gliel'ho mai visto fare.
E mi chiedo come si possano sentire quelle ragazze che trattano come zerbini il proprio boyfriend (o doggyfriend) e soprattutto come si possano ridurre questi poveri ragazzi, forse perché incantati e succubi di due belle tette e un culo che canta la mattina?
E non per citare Tiziano Ferro ma, non me lo so spiegare!

Vi lascio con questo interrogativo, buona giornata!
Bisous B

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