12 giugno 2009
Ultimo giorno di scuola, Camilla saltella allegra per mano
alla sua migliore amica, Clara. E’ estate ormai e sul piazzale davanti alla scuola i ragazzi
in festa si lanciano gavettoni, i più grandi si concedono una sigaretta mentre
le ragazze programmano le vacanze o salutano le amiche con sincero affetto.
“Ci pensi? Tre mesi di pura libertà!” Esordisce Camilla
elettrizzata, certo le piace la scuola, ma non fino al punto da non apprezzare
o adorare le vacanze.
“Libertà? Ma se quella di greco ci ha riempite di versioni!”
Si lamenta Clara sbuffando e cercando di adocchiare Giacomo, il suo quasi
fidanzato.
“Non fare la guasta feste! Ah parlando di feste, ci vieni da me stasera?” Poi la fissa
per un momento e capisce perché l’amica sia così distratta “Ci sarà anche
Giacomo”
Clara cerca di negare, di negare di essere ancora innamorata
o legata a lui in qualche modo, di essere coinvolta sentimentalmente o
sessualmente in un qualcosa difficile da definire così su due piedi.
Camilla ride “A stasera allora”Le da un bacio sulla guancia
e saltella allegra verso la sua bicicletta, che in realtà ha rubato suo
fratello ad una vecchietta, ha riverniciato e ha regalato a Camilla per il
compleanno.
Prova a slegarla ma non ci riesce, riprova, tenta almeno
dieci volte, ma proprio non ce la fa, così cerca di chiamare Clara, ma l’amica
come al solito non risponde al cellulare.
La mamma è già al mare con la sorellina e papà è in ufficio.
Camilla rimane ad aspettare per qualche secondo, fa caldo, il sole cocente di
quella metà di giugno è implacabile.
Ed è proprio quando decide di andarsene a casa a piedi che
qualcuno le si avvicina.
“Serve aiuto?” Le chiede un ragazzo dall’aria simpatica e un sorriso dolce sul viso pulito.
Camilla lo fissa per un momento, ha due grandi occhi marroni
e un ammasso di capelli scuri, è alto, molto più di Camilla ed indossa una
maglia spiritosa, e anche se sembra che si senta leggermente a disagio ha
un’aria gentile e dolce.“Non riesco ad aprire il lucchetto” Fa Camilla quasi con le
lacrime agli occhi, poi lui scoppia a ridere e lei anche. “Stai tranquilla” Le dice e le apre la bici senza quasi
nessun problema, acquistando un po’ di sicurezza, quantomeno per riuscire a
guardarla negli occhi. “Mi sento una scema” Fa lei passandosi una mano tra i capelli. “No, non preoccuparti” Le sorride e rimane come incantato da
lei, come se qualcosa in quei suoi occhi blu tendenti al grigio lo attirassero
inevitabilmente e lo bloccassero lì, fermo, davanti a quella ragazza dall'aria diversa. Camilla lo guarda per un attimo “Senti, stasera c’è una
festa, se ti va puoi venire” e gli sorride cercando di convincerlo. Lui allarga le labbra in una specie di sorriso “Se è di
Lucrezia Belonghi te lo puoi scordare” esclama ridendo. “No quell’arpia quest’anno non la da, lo so perché è in
classe con me” Poi gli sorride e le pare così gentile nel suo sguardo, che
quasi non ci crede “E’ a casa della mia amica Clara, ti do l’indirizzo” E gli
scarabocchia qualcosa sulla mano con un pennarello nero. In realtà è a casa sua la festa, ma qualcosa la spinge a mentire, forse perché qualcosa in quel ragazzo le piace, anche se non sa bene cosa e a volte quando ti piace una persona menti senza alcun motivo. “Magari faccio un salto…” E se ne va stringendosi nelle
spalle, mentre Camilla rimane per un attimo ferma a fissarlo e qualcosa le si muove nello stomaco.
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