30 ottobre 2013

Cicatrici





Abbiamo tutti delle cicatrici, più o meno visibili, ma comunque presenti.
C'è chi le nasconde con vestiti larghi e finta disinvoltura, chi si veste di menefreghismo e si trucca d'indifferenza, ma che quando la sera, a casa, si spoglia di tutto, rimane solo con se stesso, nel tepore snervate delle proprie paure e dei propri insopportabili rimpianti. C'è chi le tiene semiscoperte, che a parlarne si sente un esperto e vuole far vedere che ogni sconfitta si può trasformare in una vittoria, o quasi, che va avanti con la propria vita, senza pretendere che questa prenda improvvistamente una piega inaspettata. Altri invece le cicatrici peggiori, quelle che hanno fatto piangere per notti intere, quelle che davvero hanno lasciato un solco indelebile dentro di noi, se le tatuano sul petto, sul polso e sulla schiena, come monito, come a dire "Ho sofferto un tempo, ma ora sono forte". E forse tanto forti poi non lo si è davvero, perché i ricordi fanno male e sapere di essere stati deboli lo fa ancora di più. Ma le cicatrici aiutano a imparare, a fare da avvertimento. A volte sono incise nella pelle o ancora peggio nel cuore e noi tutti le abbiamo, o le abbiamo avute, perché succede anche che quelle strane ferite rimarginate, scompaiano nella luce di un nuovo giorno, di un nuovo inizio.
La mente umana funziona così a volte; ci si dimentica di aver sofferto e si è pronti a ricominciare, forse commettendo sempre gli stessi errori, forse correggendoli e migliorando piano piano. Forse a furia di sbagliare si imparano i passi, si inizia a danzare nel modo giusto e allora le cicatrici che hanno imbrattato il nostro corpo e il nostro cuore, scompaiono lentamente, nell'oscurità di una notte magica. Il tempo aggiusta le cose, in realtà, a mio parere, sono le persone a farlo, a sistemare ciò che di noi ha smesso di funzionare e a permetterci di correre ancora, basta solo incontrare quelle giuste, quelle disposte a far guarire la parte malata di te e a riparare le ammaccature del tuo cuore.





                                                 Grazie a Valentina Vimercati ed Anita Maserati.

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