15 ottobre 2013

Changes and love stories

Ho voluto intitolare in questo modo il post perché il pezzetto di storia d'amore che voglio raccontare parla proprio di  cambiamenti,  a volte necessari, altre sofferti, altri ancora obbligati. La maggior parte delle volte imponiamo a noi stessi un cambiamento, decidiamo che è meglio così per il nostro bene o per la nostra dignità, senza fermarci un attimo a riflettere su cosa realmente desideriamo.
E' anche legato al titolo un'altra verità ossia che le storie d'amore cambiano le persone a volte, e quando questo avviene ormai nel nostro cuore un solco incolmabile si è già scavato.
La storia da cui è tratto questo brano è ancora in fase di elaborazione, ma il personaggio di Jilian no. Lei è una ragazza un po' insicura, figlia di una madre che ha sempre sottovalutato la sua intelligenza e i suoi sogni, prediligendo la figlia maggiore; una ragazza che fa delle sue ambizioni la sua vita e si innamora e quando lo fa da tutta la sua anima.


"Jilian rimase per un attimo immobile, aggrappata con una tenacia inconscia ai suoi pensieri, senza concedere l'attenzione alla televisione o al rumore dei fuochi d'artificio e dei festeggiamenti che provenivano dalla strada. Abitare a New York era così a volte, essere soli in mezzo a tutta quella folla, e rimanere nel tepore delle propri ricordi, avvolti dall'energia e dal movimento che tutta quella gente emanava. Ma un tempo aveva creduto che cambiando città la sua vita avrebbe fatto lo stesso, capendo solo a cosa fatta che quando ci si trova ingarbugliati da un filo aggrovigliato da troppo tempo ormai, non è scappando che si riesce a trovarne il capo e la coda. Quasi sempre rimaniamo appiccicati agli stessi pensieri e agli stessi sogni, illusi dalle stesse false speranze, perché la maggior parte delle volte non sono le persone a costruircele attorno ma siamo noi stessi. Ovunque fuggiamo dobbiamo fare i conti con quello che abbiamo dentro, e combattere con le nostre peggiori paure. Questo Jilian l'aveva imparato bene, e aveva capito cosa avesse tenuto Peter lontano da lei per tutta una vita, la paura. La paura di perdere se stesso e di ritrovarlo innamorato pazzo di una persona troppo diversa da ciò che lui era; la paura di svegliarsi una mattina ed avere dei doveri e degli obblighi verso qualcuno, e doverlo stringere forte a se quando in realtà, lui avrebbe preferito scappare via perchè tutto ciò si stava rivelando troppo. Jilian apparteneva a Peter, Peter a Jilian, ma era qualcosa di poco concreto, astratto per molti versi, qualcosa che entrambi avevano dentro ma che non erano mai riusciti a mettere in pratica.
Lei rimase a guardare le fotografie di quando avevano vent'anni, i capelli troppo lunghi per sembrare persone per bene e gli occhi troppo rossi per dimostrarlo. Una sensazione strana, mista alla malinconia e ad un'antica gioia la colmò tutta e rimase sospesa a quei momenti lontani con gli occhi appiccicati a quelle immagini. Tutto ciò apparteneva al passato, ed era un passato che non dava segno di fare concessione. Jilian aveva preso la sua strada, Peter pure, anche se entrambe erano così diverse da quelle che un tempo lei aveva immaginato.
Lei sapeva che anche lui quella notte stava pensando a quello che erano stati un tempo e a quello che avrebbero potuto essere, perchè ogni anno quella era la loro notte, la loro stella cometa. Ripose le fotografie nella scatola di cartone rosso e si affacciò alla finestra che dava sulla strada. Era cominciato tutto dieci anni, una venitina di tagli di capelli e centinaia di sigarette prima..."
Piacere, questa sono io.

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