28 novembre 2013

paranoic ♡





"E' come un richiamo struggente, un lamentoso grido che ti prende, che ti ruggisce dentro, che ti fa esplodere. Sarebbe stato facile, sarebbe stato giusto eppure nessuno si è concesso di rischiare, nessuno ha permesso a se stesso di poter essere felice. Campi sterminati, la luce del sole che mi scalda la faccia e si perde tra le foglie ancora verdi degli alberi, tu mi avevi fatto imparare a sognare, a credere in qualcosa. E stavo stretta a te, la notte quando faceva più buio e quelle mie paure mi portavano lontano, mi rapivano. Mi accarezzavi e mi pregavi di stare tranquilla, mi sussurravi che niente mi sarebbe potuto accadere, e io ci credevo. 
Guardo intorno a me e vedo la nostra vita che si è persa in questa aria calda, sotto questa luce gialla e impregnata di verità, di tutto ciò che ci eravamo promessi. Era semplice una volta, era facile. 
Ingarbugliata nei tuoi sorrisi, con gli occhi appiccicati ai tuoi e qualcosa che non c'era mai stato dentro di me, qualcosa che mi rendeva diversa, migliore.
Ma niente resta com'era. All'improvviso non avevo più diciassette anni, non ero più io e tu non sei mai più stato quello che eri.
Ti guardo ora, con una camicia stirata addosso, l'aria pulita, i capelli corti e la barba curata. Dove sei? Mi sembra di non riconoscere più quel ragazzo, mi sembra di averlo perso. Ma ora ti prego prendimi. Scivolami addosso, entrami nel cuore, non lasciarmi andare, mostrami ciò che sei e non permettere a nessuno di rubare quello che abbiamo noi, che forse non è niente di speciale, forse. O forse no."

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