Un giorno ancora

                                                            /Capitolo IV/

Solo due giorni dopo, in un locale in città lo rivedo per caso. Mi saluta e mi promette che non mi verserà niente addosso. Poi rimaniamo a parlare, seduti su un muretto nel parcheggio, sono quasi le tre quando decido che si è fatto tardi. Mi riporta a casa lui.

Rimaniamo in silenzio, mentre andiamo veloci con i finestrini abbassati, nella notte calda e profumata.

Mi guarda e mi sorride “Perché Amelie? Voglio dire non è un nome comune”

Lo fisso per un momento. Sembra tranquillo, per niente nervoso, eppure sono una sconosciuta per lui. E un po’ mi mette a disagio il fatto che sia così in confidenza.

“Mia madre è francese”Rispondo sorridendo.

Riccardo mi prede in giro, parlando con accento francese e io rido.

Siamo ormai arrivati. Scende dal’auto, lo saluto con la mano e lo ringrazio.

Mi sorride “Buona notte Amelie”

Diventiamo amici, andiamo al cinema, a ballare, o in centro a prendere in giro le signore snob, ben vestite e truccate che portano a passeggio il cane.

Mi porta perfino a pescare. E mi racconta di suo padre che è chirurgo e di sua madre che l’ha lasciato. Mi dice che vorrebbe diventare un artista, una sera d’inizio settembre siamo a casa sua, non sappiamo cosa fare, alla televisione non danno niente d’interessante, così decide di farmi un ritratto. Devo stare immobile, ma non riesco e allora finisce solo per disegnare due grandi occhi che hanno dentro tanta malinconia, tanto dolore e quando ci sediamo in veranda, con una tazza di te freddo tra le mani, mi domanda il motivo.

E in quel momento, non ho più paura di aprirmi, non temo più nessun giudizio. Sospiro e vomito tutta la mia rabbia, che si mescola alla delusione, alla malinconia e all’amore che sento, quello che lacera continuamente il mio cuore.

Riccardo mi dice che l’amore non dovrebbe fare male e io gli rispondo che forse il vero amore non esiste. Non lo so più, non so più nulla.

Mi abbraccia e obbliga a mangiare una fetta di torna al cioccolato, sostenendo che sia un ottimo rimedio contro la tristezza.

Only two days later, in a nightclub in the city I see him again by chance. He greets me and I promise that I did not pay anything on. Then we are talking, sitting on a wall in the parking lot , it's almost three o'clock when I decide that it's late . Me back home him.We remain in silence, as we go fast with the windows down in the warm night and fragrant.
He looks at me and smiles at me , "Why Amelie ? I mean it is not a common name "
I stare at him for a moment. He seems quiet , not at all nervous , yet I'm a stranger to him. And a little ' me uncomfortable the fact that it is so in confidence."My mother is French, " I reply with a smile.
Riccardo prey around me , speaking with a French accent and I laugh .We have now arrived. I greet him with his hand and thank him .He smiles at me " Good night Amelie"


Let's be friends , let's go to the movies, dancing , or in the center to tease the ladies snob, well dressed and made up that lead to walking the dog .It brings me even fishing. He tells me that his father was a surgeon and his mother left him . He says he would like to become an artist, one evening in early September we are at home , we do not know what to do, the television did not give anything interesting, so he decides to my portrait . I have to stay still, but I can not just ends and then to draw two big eyes they have inside so melancholy, so much pain and when we sit on the porch with a cup of iced tea in his hands , I asked why .And in that moment , I am not afraid to open up , I no longer fear no judgment . I sigh and vomiting all my anger , which is mixed with disappointment , melancholy and love that I feel , what I continually torn my heart .Richard tells me that love should not hurt , and I would say that maybe true love does not exist. I do not know anymore, I do not know anything.He hugs me and forces you to eat a slice of chocolate back , claiming it to be an excellent remedy against sadness .